Yeruldelgger. La morte nomade by Ian Manook

Yeruldelgger. La morte nomade by Ian Manook

autore:Ian Manook [Manook, Ian]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Thrillers
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2018-02-14T23:00:00+00:00


7 Parola coniata unendo ratier (‘cane da topi’ in francese) e hacker, che oggi ha principalmente il significato di ‘pirata informatico’.

40

...ti riporto alla svelta al tuo lupanare

Stava per vederlo mentre gli si avvicinava nella foschia lilla che trasudava dall’acqua nera. Scorgerlo. Poi sorvegliarlo con la coda dell’occhio. E preoccuparsi. Non crederci. Quell’idiota che rema, di schiena, e fa scivolare la grossa barca contro la sua. Imprecare. Lasciarsi prendere dal panico. Tirare su la lenza prima di scostare la sua barca, oppure avviare il motore e perdere la lenza? Esita. Troppo tardi.

«Ehi!».

Zarza non rispose. All’ultimo istante, con un colpo di remo, fece ruotare la barca che virò e accostò brutalmente a quella di Bouthillette, bordo contro bordo, facendola dondolare.

«Pezzo d’ignorante, sta’ attento...».

Zarza tirò fuori la pistola munita di silenziatore e le parole si strozzarono nella gola del professore.

«Cosa...».

«Allora, compare, peschi la ouananiche?».

«Eh? Come?».

«La ouananiche, il salmone prigioniero delle terre, compare, è quello che stai pescando?».

«No, non ci sono ouananiches in questo lago», rispose il professore, con lo sguardo calamitato dall’arma di Zarza. «Ce ne sono nel lago Memphrémagog, a dieci chilometri da qui, ma ».

«Ne sei sicuro? Niente ouananiches qui?».

«No, le giuro che...», farfugliò Bouthillette alzandosi in piedi nella barca.

«Landlocked salmon, ti rendi conto, compare? Salmone intrappolato dalle terre, che razza di nome per un pesce, no? Sul serio, sei sicuro che non ne resta nemmeno uno nel lago?».

«No, mi ascolti, le giuro. Cosa vuole? Non ho mai visto nessuno tirarne fuori uno da quando pesco qui».

«Vuoi dire da quando hai la tua bella casa nella baia Robinson?».

«Lei... lei sa dove abito?».

«Ma certo, compare, e so dove metti il tuo cazzo quando ti scopi le tue allieve. Sei un gran funambolo dei testicoli, tu, no?».

«Lei è un genitore, eh, lei è un genitore, è così? Stia a sentire, se è così, sono tutti consenzienti, glielo giuro, non costringo nessuno. Sono anche adulti...».

«Maschile o femminile?».

Zarza tratteneva insieme le due barche con una mano e, con l’altra, continuava a puntare la pistola contro Bouthillette. Il professore riprese un po’ di sicurezza, come se negoziare sulle sue perversioni sessuali rientrasse nel campo delle sue competenze e delle sue specialità.

«Sono tutti consenzienti, glielo giuro, ragazzi e ragazze!».

«No, no, compare, ouananiche è maschile o femminile?».

«Ah, ouananiche? Femminile, è femminile, si dice una ouananiche».

«E sei sicuro che non c’è la più piccola ouananiche in questo lago?».

«Glielo giuro. Si trovano achigans dalla bocca piccola, dorés, perchaudes e lucci macchiettati, ma non ouananiches».

«Eppure io credo che ce ne siano, compare. Ne sono sicuro. Non c’è nessun motivo perché, al disgelo dell’ultimo periodo glaciale, quei salmoni dell’Atlantico siano rimasti intrappolati nel lago accanto e non in questo».

«D’accordo, d’accordo», gemette il professore. «Forse ce ne sono ancora. Se lei lo dice, ce ne sono, le credo, le credo!».

«D’altra parte, compare, forse tu hai ragione, forse non ce ne sono. La cosa migliore è che tu vada a vedere».

«Che io vada a vedere cosa?».

«Che tu vada a vedere se ce ne sono».

«Di ouananiches?».

«Di ouananiches».

«In che senso andare a vedere? Andare a vedere dove?».



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